Imparare a mangiare

Mercoledì, 08 Agosto 2018 08:39

Imparare a mangiare: la consapevolezza alimentare come via del benessere

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Diventare consapevoli di cosa e come mangiare è, pertanto, una necessità per preservare al meglio e a lungo il nostro benessere. La consapevolezza alimentare è una capacità che va allenata quotidianamente e fin da piccoli, in particolare oggi, che sono in aumento problemi come obesità, sovrappeso e disturbi alimentari, anche in età infantile.
Il rapporto ISTAT “Aspetti della vita quotidiana” rivela che in Italia, nel 2015, più di un terzo della popolazione adulta (35,3%) era in sovrappeso, mentre una persona su dieci era obesa (9,8%)Tra le principali cause, come si può facilmente immaginare, errate abitudini alimentari e sedentarietà. Per far fronte alle situazioni che questi dati palesano, si sente parlare sempre più spesso di programmi di educazione alimentare, che coinvolgono istituzioni, scuole, famiglie e parti della società civile impegnate nella promozione di stili di vita salutari.Fulcro di questi programmi educativi un’alimentazione equilibrata, un corretto stile di vita ed un uso responsabile delle risorse alimentari, in attuazione di quella che è la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di “educazione alimentare” quale “processo informativo ed educativo per mezzo del quale si persegue il generale miglioramento dello stato di nutrizione degli individui”. È proprio nel bilanciamento tra alimentazione, vita sana e ambiente salutare che risiede la soluzione allo squilibrio che condiziona negativamente il nostro benessere complessivo. La stessa OMS, nel report “The Ending Childhood Obesity. Implementation plan: executive summary”, raccomanda l’assunzione di cibi sani, lo svolgimento di regolare attività fisica, il vivere in ambienti salutari e l’attenzione alla dieta fin dalla gravidanza e nei primi anni di vita. Il cibo sano è, quindi, alla base della rivoluzione alimentare, una rivoluzione che ci libera dal junk food e dalla dipendenza da prodotti scadenti, la cui mediocrità è compensata da accattivante retorica pubblicitaria. Dobbiamo impegnarci a riconoscere e preferire il cibo sano, quel cibo di qualità che viene prodotto in maniera naturale, senza eccessive manipolazioni, di cui conosciamo provenienza, modalità di produzione e di cui abbiamo magari diretta esperienza. Pensiamo, ad esempio, alle iniziative che invogliano ad adottare un orto, per poter godere dei suoi frutti, o acquistare direttamente dal contadino. In entrambi i casi possiamo verificare i metodi di produzione e la salubrità dei prodotti. Possiamo essere partecipi del processo che dà vita a ciò che porteremo sulle nostre tavole. Vi sono, poi, piccoli accorgimenti che ci aiutano a rimetterci in forma, come ridurre il consumo di carne, utilizzare poco sale e preferire le spezie, introdurre nella dieta molta frutta e verdura, consumare regolarmente cereali di differente qualità, eliminare zucchero e cibi particolarmente raffinati, confezionati o precotti, bere molta acqua ed evitare bevande gassate o alcoliche ed in generale mangiare in modo sobrio e moderato. Naturalmente, un regime alimentare salutare deve essere accompagnato da uno stile di vita altrettanto sano, che ci riconduca a ritmi più equilibrati, ritmi nei quali viene recuperato il tempo per scegliere gli alimenti con cura e attenzione, per saperli combinare in termini di calorie e nutrienti, per imparare a cucinare e a mangiare come momento dedicato a noi stessi e ai nostri cari, per curare le relazioni con gli altri e limitare lo stress che una vita vorticosa produce. In definitiva, acquisire consapevolezza alimentare ci permette di avere maggiore controllo sulle nostre scelte, alimentari e di vita. Un controllo che potrà presto condizionare anche il mercato, poiché, se ora l’industria agroalimentare tende a sostituire le esigenze di mercato a quelle della persona, il passaggio generale ad uno stile di vita più consapevole potrà invertire la rotta, sottolineando il valore della persona e il suo diritto alla salute. E se al momento il cibo di qualità e una filiera agroalimentare sostenibile costano di più rispetto a ciò che viene immesso sul mercato dalle grandi industrie, una maggiore attenzione al cibo come via del benessere porterà sicuramente al riconoscimento del cibo sano, sostenibile, di qualità come un diritto per tutti.
Letto 5136 volte Ultima modifica il Mercoledì, 08 Agosto 2018 08:48

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